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Riduzione degli stipendi dei calciatori: quali le possibili conseguenze?

Aggiornamento: 13 nov 2020


Taglio degli stipendi dei calciatori: la situazione in Europa - Tema caldissimo di questi giorni è quello relativo al possibile taglio degli stipendi dei calciatori, vista la sospensione dei campionati a causa del COVID-19. Anzitutto occorre specificare che ogni Paese ha una propria disciplina in materia e dunque risulterebbe fine a se stesso lanciarsi in improbabili paragoni. Alla luce di quanto detto, è utile ed interessante analizzare quella che è la situazione in Europa; il SION (Club che milita nella Super League svizzera), ad esempio, ha provveduto a licenziare 9 dei suoi calciatori, poiché, quest’ultimi avrebbero rifiutato un accordo di breve durata proposto dal Club, il quale prevedeva un corrispettivo massimo di 12 mila euro. Di segno opposto, invece, è l’esempio che arriva dalla Germania, dove i calciatori del Borussia Moenchengladbach hanno spontaneamente ridotto il proprio stipendio vista la sospensione delle attività a causa del COVID-19. Altro esempio particolarmente interessante è quello proveniente dalla Ligue 1. In Francia i calciatori sono equiparati a qualsiasi altro tipo di lavoratore, in ragion del fatto che non esiste una disciplina ad hoc per i lavoratori sportivi. Non potendo, quindi, svolgere la propria attività a pieno regime, i Club francesi hanno iniziato a pagare il 70% lordo dello stipendio ai propri calciatori. Un ulteriore cenno lo merita la (calda) situazione in casa blaugrana. Nelle ultime ore il CdA del Barcellona, dopo avere ricevuto un “no” dai propri calciatori per trovare un accordo sulla riduzione degli stipendi, ha deciso di tagliare il 30% dello stipendio di tutti i tesserati del Club in maniera retroattiva dal 13 marzo. Il Club, ha inoltre comunicato di essersi rivolto al Dipartimento del Lavoro della Generalitat de Catalunya, per far si che la riduzione degli stipendi sia effettuata in maniera del tutto proporzionale rispetto agli stipendi previsti nei contratti di lavoro dei tesserati.

Situazione e possibili conseguenze in Italia - Anche in Italia, come negli altri Paesi europei si è consapevoli della gravità del momento e delle pesanti ripercussioni economiche che potranno gravare sul settore calcio. Lo stesso Presidente FIGC Gravina, nei giorni scorsi, ha espresso che “Non deve essere un tabù la riduzione degli ingaggi e non può esserlo soprattutto in questo momento così delicato. L’emergenza vale per tutti perciò siamo chiamati a gesti di grande responsabilità e di solidarietà”. Attualmente, in Italia, vi è una sospensione temporanea delle attività sportive, ciò significa che dal punto di vista giuridico l’ipotesi di sospensione degli stipendi dei calciatori, ad oggi, risulta essere priva di alcun fondamento e quindi da escludere. L’articolo 5.5 dell’Accordo Collettivo AIC, infatti, prevede quelle che sono le uniche ipotesi di sospensione dell’obbligo di versamento del corrispettivo da parte del Club: - Sanzioni disciplinari a carico del calciatore per illecito sportivo; - Sanzioni per violazione del divieto di scommesse sportive; - Sanzioni per violazione della normativa antidoping; - Indisponibilità del calciatore per effetto di provvedimenti, anche se solo temporanei, disposti dall’Autorità Giudiziaria.

Nel (remoto) caso in cui, oggi, un Club di Serie A decidesse di sospendere il pagamento dello stipendio di un suo calciatore, si esporrebbe ad una risoluzione del contratto del calciatore, prevista dall’articolo 13.1 del sopracitato Accordo, ma non solo, infatti ricadrebbe sul Club l’obbligo di pagare, oltre al rateo stipendiale, anche una rivalutazione monetaria in base all’indice dei prezzi calcolato dall’ISTAT per la scala mobile per i lavoratori dell’industria e gli interessi legali, da calcolarsi sull’importo netto dello stipendio del calciatore (così come disposto dall’art. 5.4).

Valutazioni diverse vanno fatte nel caso in cui le attività sportive (ad esempio il campionato di Serie A e le competizione europee) non si concludessero regolarmente, in questo caso non si parlerebbe più di una sospensione temporanea delle attività sportive, ma di una sopravvenuta impossibilità a terminare le competizioni, con una conseguente sospensione definitiva delle attività sportive. Dal punto di vista giuridico, ai sensi dell’articolo 1463 del codice civile, i Club potrebbero chiedere la restituzione della prestazione economica precedentemente erogata per sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta. Altra ipotesi è quella prevista dell’articolo 1467 del codice civile, cioè quella di chiedere ai propri calciatori la “reductio ad equitatem” per eccessiva onerosità sopravvenuta. Detto in altri termini, quindi, i Club fin quando non vi sarà uno stop definitivo delle competizioni, dovranno continuare a pagare gli stipendi nella loro totalità (escludendo l’ipotesi in cui Club e calciatori trovino un accordo sulla riduzione dello stipendio). L’ipotesi più realistica e probabile, sembra essere la seconda. Sulla base dell’articolo 1467 del codice civile, i Club ed i calciatori potranno modificare equamente le condizioni del contratto di lavoro, ristabilendo un equilibrio contrattuale precedentemente alterato dall’eccessiva onerosità imputabile a cause imprevedibili e straordinarie.

Dott. Mario Piroli

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