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TPO nel calcio: cosa sono e perché sono vietate dalla FIFA

Aggiornamento: 13 nov 2020


Premessa: cosa sono le TPO (Third Party Ownership) - La prassi commerciale delle Third Party Ownership trova la sua origine nella metà degli anni ’60, sviluppandosi soprattutto nei paesi sudamericani e dell’est Europa. In linea generale, tali operazioni commerciali consistono nell’acquisizione di una percentuale del cartellino di un calciatore da parte di società private, esterne ai club calcistici. Le appena citate società private, sono i c. d. fondi d’investimento che, sostanzialmente, speculano sul potenziale aumento del valore del cartellino del calciatore. Dal punto di vista giuridico, il concetto di TPO, risulta difficilmente definibile. Anzitutto, occorre indicare come la definizione stessa di Third Party Ownership risulti essere fuorviante, infatti, sarebbe più opportuno parlare di Third Party Investment (quindi di investimento e non di proprietà). A conferma di quanto detto, è bene notare che l’oggetto della transazione non risulta essere un bene materiale e - attenzione - neanche il diritto alle prestazioni sportive del calciatore, poiché, quest’ultime rimangono di esclusiva del club calcistico. Quello che viene quindi acquistato dalle terze parti è il diritto economico riconducibile ad una futura rivalutazione del calciatore. Si tratta quindi di una vera e propria “scommessa”, in virtù del fatto che il calciatore potrebbe anche non dimostrare il suo valore, facendo si che l’investimento effettuato non dia i frutti sperati. Quanto affermato in precedenza trova conferma nella pronuncia TAS 2004/A/781 Tacuary Fbc/Club Atlético Cerro & Jorge Cyterszpiller & FIFA del Tribunale Arbitrale dello Sport. Nella suddetta pronuncia è stata, infatti, effettuata una distinzioni tra i diritti “federativi” del calciatore, che risultano essere di esclusiva spettanza del club calcistico per cui è tesserato ed i diritti economici, che, possono essere ceduti anche a soggetti esterni al club calcistico. Non esistendo quindi, dal punto di vista giuridico, alcun limite all’attribuzione dei diritti economici di un calciatore ad un soggetto esterno, le operazioni di TPO risultavano essere perfettamente regolamentari. Ulteriori cenni vanno effettuati sulle forme che le operazioni di TPO possono assumere: si possono suddividere in Investment TPO (o anche Recrutiting TPO) e Financial TPO. Le Investment TPO consistono in un supporto economico - da parte di un investitore esterno - ad un club calcistico per concludere l’acquisizione del diritto alle prestazioni sportive di un calciatore. Tale operazione, tuttavia, suscita non poche perplessità, infatti, il soggetto terzo potrebbe falsare la concorrenza della competizione sportiva, cercando di influenzare le scelte tecniche per far si che il calciatore su cui si è investito giochi il più possibile. Per quanto riguarda invece le Financial TPO, esse consistono in un intervento economico - sempre da parte di investitori esterni - a sostegno delle casse del club calcistico, acquisendo il diritto di credito sui futuri proventi conseguiti dalla cessione di un dato calciatore. Le TPO nel calcio - Nel panorama calcistico tra i casi più rilevanti in materia di TPO occorre anzitutto citare il caso riguardante i calciatori C. Tevez e J. Mascherano. Quest’ultimi, nel 2006, si trasferirono dal Corinthians al West Ham United facendo di fatto “scoppiare” uno dei primi casi in cui i cartellini dei calciatori non erano di totale proprietà del club cedente, ma erano posseduti da alcune società di investimento facenti capo all’agente Kiavash Joorabchian. Il West Ham United fu sanzionato per 5,5 milioni di sterline per violazione della norma U18 dello statuto della Premier League, l’appena citata norma faceva divieto ai club di concludere qualsiasi tipo di accordo con soggetti terzi che potessero influenzare la competizione o la performance del club stesso. Altro caso è quello del Tempere United che - nel 2011 - fu escluso da tutte le competizioni sportive per aver concluso un accordo con una società esterna di Singapore, il quale prevedeva di fatto un potere decisionale sugli affari economici e sportivi del club da parte della società esterna. Tramite tale accordo, il club finlandese violò il disposto dell’art. 18 bis del Regolamento FIFA sullo status e sui trasferimenti dei calciatori, l’appena citato articolo prevedeva (e prevede tutt’ora) che “Nessuna società può stipulare contratti che permettano a qualsiasi altra parte o a terzi di interferire con i rapporti di lavoro o di trasferimento, con le scelte politiche, o con l’attività della propria squadra”.


L’intervento della FIFA: la circolare n. 1464/2014 - La FIFA sino al 22 dicembre 2014 aveva lasciato alle singole Federazioni Sportive Nazionali il compito di regolamentare il fenomeno delle TPO, creando così un disordine normativo che tollerava in alcuni Paesi ciò che in altri risultava essere vietato. A far si dalla data citata poc’anzi, però, il Comitato Esecutivo della FIFA, emanò la circolare n. 1464 mettendo così al bando le operazioni commerciali di TPO a partire dal 1° maggio 2015. Tale intervento ebbe un duplice scopo, in primis si volle tutelare la sicurezza dei giovani calciatori, in virtù del fatto che quest’ultimi erano spesso e volentieri quelli più coinvolti nelle operazioni di TPO; ma, ulteriore scopo fu quello di scoraggiare l’ingresso nel mondo del calcio da parte di soggetti estranei a quel mondo. Fu così introdotto l’art. 18 ter nel Regolamento FIFA sullo status e sui trasferimenti dei calciatori, tale articolo prevede che “No club or player shall enter into an agreement with a third party whereby a third party is being entitled to participare, either in full or in part, in compensation payable in relation to the future transfer of a player from on club to another, or is being assigned any rights in relation to a future transfer or transfer compensation”. In sostanza, è quindi vietato qualsiasi tipo di accordo stipulato da un club o da un calciatore con una società esterna il quale preveda di assegnare a terzi, diritti o partecipazione al compenso da pagare per il trasferimento futuro di un calciatore.

La violazione dell’art. 18 ter non tardò ad arrivare, a marzo del 2016, infatti, quattro diversi club professionistici (Santos Futebol Clube, Sevilla FC, Club K St Truidense VV e Fc Twente), sono stati sanzionati dalla FIFA per aver violato a vario titolo gli articoli 18 bis e 18 ter del Regolamento FIFA sullo Status e sui Trasferimenti dei Calciatori

Un cenno finale lo merita la pronuncia del TAS 2016/A/4490/RFC Seraing/FIFA con cui è stata riconosciuta la piena compatibilità del divieto previsto dall’art. 18 ter del Regolamento FIFA con le norme comunitarie in materia di concorrenza.


Dott. Mario Piroli

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Tag: tpo nel calcio, third-party ownership fifa, tpo calcio, tpo tpi fifa, calcio terze parti, investimenti calcio.

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